venerdì 20 settembre 2013

MNEMOSYNE: IL CORPO DELLA MEMORIA

Anna Maiorano
Mnemosyne: il corpo della memoria è un’opera corale, realizzata con i numerosi contributi che i docenti che hanno lavorato all’Accademia di Belle Arti di Sassari, fin dalla sua apertura avvenuta un quarto di secolo fa, hanno inviato per l’occasione. E’una grande installazione multimediale, che permette allo spettatore di avvicinarsi a diverse esperienze artistiche, professionali, poetiche e umane, vissute dagli autori durante la loro docenza nell’isola. La mostra è stata inaugurata il 5 luglio 2013 e rimarrà visitabile fino al 30 settembre negli spazi del “Museo dell’arte del Novecento e del Contemporaneo – Convento del Carmelo” a Sassari.

Era da molto tempo che desideravo realizzare un “memoriale”, probabilmente da quando esposi con la mia collega e amica Marilena, l’installazione Lethe Mnemosyne: memoria dei ragazzi del 1899, a Bazzano, in Emilia-Romagna, alla Rocca dei Bentivoglio e a Palermo all’Oratorio di S. Stefano Protomartire nel 1999. Anche in quel caso si trattava di un monumento ispirato alla memoria di un’esperienza condivisa. Dopo numerose riunioni organizzative, stavolta, finalmente vedevo prefigurata l’Accademia così come me l’ero sognata e immaginata: un luogo dove era possibile mettere in campo le proprie competenze a vantaggio di tutti e dove tutti, se avessero voluto, avrebbero potuto dare il loro contributo per portare a compimento un evento collettivo. Infatti, pur a seguito di tanti dubbi da parte dello staff organizzativo sulla fattibilità di un’operazione così complessa, è stata accolta la mia proposta di invitare, con una lettera, tutti i docenti che hanno insegnato a Sassari, a inviare una loro testimonianza scritta o filmata - e non un’opera artistica come ci si sarebbe aspettati – in cui ricordavano o raccontavano il loro soggiorno nell’isola. Sembrava una proposta impossibile, ma nonostante le prime perplessità è andata bene e abbiamo ricevuto e montato insieme almeno duecento contributi che ci sono stati spediti. L’esperienza di Sassari mi riporta ancora indietro nel tempo, a uno dei primi progetti che ho realizzato con la mia socia Cristina nella MICROGalleria dell’Accademia dell’Aquila nel 2004, e che si intitolava L’invenzione di un’ Accademia possibile. Anche in quell’occasione vi furono molti ostacoli e sembrava che inventare una vera galleria d’arte contemporanea in un’Accademia di Belle Arti fosse impresa donchichottesca. Spesso in Accademia è difficile, forse impossibile, dare vita a nuove modalità di lavoro, e spesso si resta sopraffatti dalle gerarchie, dalle tante differenze e da una sfiducia generale. Non c’è stata la festa. E neanche il day after, peccato.

Nessun commento:

Posta un commento